Coaching: cos’è, come funziona e perché può fare la differenza nella tua carriera e nella tua vita
Hai mai avuto la sensazione di sapere dove vuoi arrivare, ma non di come fare a orientarti lungo la strada? Il coaching nasce proprio per questo: non per dirti cosa fare, ma per aiutarti a fare chiarezza, prendere decisioni consapevoli e trasformare le idee in azioni concrete.
In questo articolo scoprirai cos’è davvero il coaching secondo la definizione dell’International Coaching Federation (ICF), quali sono le differenze rispetto ad altri percorsi di supporto come mentoring, counseling e terapia, e perché affidarsi a un coach certificato può diventare un investimento prezioso per la tua crescita personale e professionale.
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Cos’è il coaching
Secondo l’International Coaching Federation (ICF), il coaching è “una partnership con i clienti in un processo stimolante e creativo che li ispira a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale”.
Cosa sia l’ICF e cosa significhi nel concreto questa definizione lo capiamo tra poco. Per il momento, facciamo un piccolo gioco.
Immaginiamo di essere alla guida su una strada che non conosciamo. La destinazione l’abbiamo scelta noi, ma ci arriviamo grazie a Google Maps. Il navigatore ci aiuta a vedere le curve pericolose in anticipo, incontrare percorsi alternativi quando la strada è bloccata, arrivare più in fretta alla meta.
Ecco, il coaching funziona proprio così: tu resti sempre al volante, ma accanto hai un professionista che ti aiuta a fare chiarezza, a notare possibilità, a trasformare le tue idee in azioni concrete. Il suo compito non è MAI dirti cosa fare, bensì porti domande che fanno riflettere, ascoltare attentamente le tue risposte e aiutarti a orientartinei tuoi stessi pensieri.
Ti accompagna, spesso con esercizi pratici, a:
- definire obiettivi chiari e motivanti
- esplorare opzioni diverse
- individuare strategie sostenibili
- mantenere il focus e la motivazione nel tempo
La cosa più importante da ricordare è che il coaching è una modalità di supporto utile a raggiungere obiettivi specifici (personali o professionali) allenando competenze, comportamenti e consapevolezza. Per questo, è un investimento che può dare risultati immediati e continuare a generare valore per tutta la tua carriera — e oltre.
Le differenze tra il coaching e... tutto il resto
Quando si parla di supportoalla crescita, le possibilità sono molte – dal coaching al mentoring passando per la terapia e il counseling. Magari ti è già capitato di sentirne parlare o, addirittura, di sceglierne uno rispetto all’altro. In effetti, è corretto così: ognuno di questi approcci ha un suo valore, oltre che modalità e obiettivi specifici.
Io ho imparato che riconoscerne le differenze è fondamentale. Lo è per i professionisti, che possono così esercitare al meglio il proprio ruolo, e lo è per chi deve scegliere il percorso e la modalità di supporto più adatta alle sue esigenze.
Prendo in prestito questa immagine (basata sul lavoro di David Rock, The Quiet Leadership) per riassumere le principali caratteristiche, ma più avanti trovi un approfondimento:
Come vedi, qui c’è un quadrante diviso da due assi:
- Quello orizzontale rappresenta il focus temporale, andando dall’indagine dei problemi del passato (a sinistra) alle soluzioni orientate al futuro (a destra)
- Quello verticale, distingue il metodo di intervento: in alto chi ti aiuta a trovare le risposte da solo (ask), in basso chi ti fornisce direttamente le risposte (tell)
Volendo approfondire un po’, potremmo dire che:
Il Coaching si concentra sul presente e sul futuro, aiutandoti a sviluppare consapevolezza, definire obiettivi e costruire le competenze per raggiungerli. È orientato all’azione e alla crescita, sia professionale che personale. Non è in nessun modo un intervento clinico, anzi presuppone che il coachee si trovi una condizione di benessere sufficiente per lavorare su obiettivi futuri.
Per quanto riguarda gli altri metodi, invece:
- Counseling – sebbene il suo confine con il coaching non sia tracciato da regole assolute, in generale il counseling aiuta ad affrontare momenti di difficoltà o transizione, con un focus sul migliorare il funzionamento personale e relazionale. Il counselor può lavorare su temi emotivi legati al passato, ma in un’ottica di sostegno e non di terapia clinica.
- Mentoring – È una relazione con una persona più esperta che ti guida, ti offre consigli e condivide il proprio bagaglio di esperienze. A differenza del coach, il mentore tende a dare indicazioni dirette e suggerimenti basati sul “io al tuo posto farei così”.
- Consulting – il consulente è un esperto che viene chiamato per analizzare un problema e proporre soluzioni. Ti dice cosa fare, spesso fornendo un piano dettagliato.
E rispetto alla terapia?
La terapia è un intervento nell’ambito della salute mentale, condotto da professionisti abilitati come psicoterapeuti, psicologi clinici o psichiatri. Si concentra sul presente, ma spesso lavora anche su esperienze passate che ancora influenzano l’equilibrio emotivo. L’obiettivo è curare, ridurre i sintomi e promuovere benessere, aiutando la persona a riconoscere ed elaborare schemi, emozioni o traumi irrisolti. È il percorso giusto quando si vive un disagio che compromette la qualità della vita, le relazioni o il funzionamento quotidiano. Si tratta di una professione regolamentata, che richiede una formazione specialistica, un tirocinio, l’esame di Stato, l’iscrizione all’Ordine e il rispetto di un codice deontologico, oltre all’obbligo di formazione continua.
Coaching Professionale: la certificazione ICF
Il coaching, oggi, non è ancora una professione regolamentata: questo significa che, in teoria, chiunque può definirsi coach, anche senza una preparazione adeguata. Ma la verità è che nel coaching, come in ogni professione, non basta “avere esperienza” o “saper ascoltare bene”. Servono competenze solide, un’etica chiara e un impegno costante nella formazione.
È qui che entra in gioco l’International Coaching Federation (ICF): la principale organizzazione mondiale dedicata alla tutela e allo sviluppo della professione di coach. Fondata nel 1995, ICF definisce standard di eccellenza, individua competenze chiave, promuove un codice etico rigoroso e certifica i coach che hanno completato percorsi di studio riconosciuti, accumulato ore di pratica supervisionata e continuano a formarsi nel tempo.
Scegliere un coach certificato ICF significa sapere di lavorare con un professionista che:
- Segue un metodo strutturato e riconosciuto a livello internazionale
- E’ formato e supervisionato da coach esperti
- Rispetta un codice etico che mette al centro il tuo sviluppo e riconosce i confini con le altre professioni
- Investe nella formazione continua per affinare le proprie competenze
Questi sono anche i motivi per cui io stessa ho scelto di intraprendere questa strada con l’obiettivo della certificazione ICF (è quella sigla che vedi nel mio profilo e che ho in programma di aggiornare nell’arco di un anno e mezzo, con più ore di pratica e una formazione specifica di secondo livello). Per me il coaching non deve essere solo efficace, ma anche etico, strutturato e allineato agli standard più alti della professione.
Gli strumenti del coach
Il coaching si fonda su una pratica semplice: fare le domande giuste. Aperte, stimolanti, talvolta destabilizzanti (sempre in senso positivo e costruttivo).
Accanto alle domande, ci sono altri strumenti che noi coach utilizziamo per aiutarti a fare chiarezza e passare all’azione:
- Ascolto attivo, per cogliere non solo le parole, ma anche i toni, le pause, i silenzi.
- Riformulazioni e riflessioni, per restituirti ciò che hai detto da un’angolazione diversa.
- Esercizi visivi, i miei preferiti, utili a vedere davvero e riflettere in modo molto più concreto. C’è chi direbbe che a me ne piacciono alcuni in particolare, ed è vero, se mi dovessi sentire parlare di ruote e piramidi… beh, sì, sono il mio debole.
- Strumenti evidence-based, come i modelli per definire obiettivi o prendere decisioni.
- Feedback costruttivo e accordi di accountability, per mantenere il focus e fare progressi reali.
Come funziona una sessione di coaching
Una sessione dura in media 60 minuti, può svolgersi in presenza o online, e si adatta ogni volta a quello che vuoi esplorare. Ma, come una buona storia, segue sempre una struttura di fondo:
- Definizione dell’obiettivo Cosa vuoi portarti a casa da questo incontro? Lo chiarisci insieme al tuo coach all’inizio, per dare una direzione chiara alla conversazione.
- Esplorazione Attraverso domande, ascolto e osservazioni, il coach ti accompagna nell’analisi della situazione. È qui che iniziano a emergere idee, prospettive nuove, alternative possibili.
- Piano d’azione Le intuizioni si trasformano in passi concreti: cosa vuoi fare, da dove cominci, quando?
- Impegno e follow-up Si definisce come monitorare i progressi e cosa accadrà tra una sessione e l’altra.
Quante tipologie di coaching esistono
La risposta breve: tantissime. Dalla crescita personale al business, dal benessere alla carriera, ogni ambito della vita può essere supportato da un percorso di coaching.
La preparazione di un coach è fatta di competenze trasversali, ascolto attivo e tecniche di facilitazione che lo rendono potenzialmente utile in tutti questi contesti. Tuttavia, con l’esperienza e la formazione continua, ogni coach sceglie la propria specializzazione, concentrandosi su un’area specifica in cui può offrire il massimo valore.
Questa mappa di Erickson Coaching International mostra alcune delle strade possibili:
Cos’è il career coaching
Il Career Coaching è il ramo del coaching dedicato all’orientamento e alla crescita professionale. È pensato per chi vuole fare un passo avanti nella propria carriera, cambiare direzione o rientrare nel mondo del lavoro dopo una pausa.
Chi si rivolge a un Career Coach di solito è consapevole delle sfide del mercato del lavoro di oggi: può essere alla ricerca di un nuovo impiego, desiderare una promozione, oppure valutare un cambio di settore o di ruolo.
Un Career Coach non si limita a un solo ambito o settore, bensì lavora con clienti di diverse industrie e livelli di esperienza. Il suo ruolo è accompagnare e potenziare le persone, aiutandole a raggiungere il lavoro che desiderano e a vivere in modo più soddisfacente la propria vita professionale.
Come faccio career coaching io
Quando ho deciso di diventare coach, l’ho fatto sapendo che la mia zona naturale era la carriera. Perché se c’è qualcosa che conosco bene, è il senso di spaesamento che arriva nei momenti di svolta professionale (ne ho parlato spesso anche qui). Quel sentirsi bloccati, in cerca di “qualcosa di più”, ma senza sapere da dove iniziare. Been there, done that.
Per formarmi ho scelto una delle migliori scuole al mondo, la Erickson Coaching International. È lì che ho appreso le basi solide del coaching secondo gli standard ICF e soprattutto ho imparato a condurre sessioni brevi, efficaci, orientate al risultato. Ma nel tempo ho anche capito quanto sia importante adattare questi strumenti al contesto culturale in cui si lavora: per esempio, con il pubblico italiano una sessione da 30 minuti spesso non basta e con il pubblico spagnolo è preferibile vedersi di persona. Il ritmo, il modo di esplorare i temi, la profondità emotiva sono diversi, e io ho scelto di tenerne conto.
Per questo il mio stile oggi è un mix: radicato in una metodologia internazionale, ma profondamente umano, adattivo, calibrato su chi ho davanti.
Con il tempo, ho riconosciuto quattro situazioni ricorrenti tra le persone che si rivolgono a me. Ed è da lì che sono nati i miei percorsi di career coaching:
✨ Career Hack Per chi ha bisogno di una spinta immediata. Una decisione che pesa, una conversazione al lavoro rimandata da troppo tempo, una situazione che sembra un vicolo cieco. In questa sessione mirata si fa chiarezza, si individuano le opzioni e si prepara il primo passo da compiere con più fiducia e direzione.
🗺 Career Design Quando non si tratta di risolvere un problema isolato, ma di ripensare l’intera mappa professionale. È il percorso adatto a chi sente che il lavoro di oggi non lo rappresenta più. Insieme si esplora ciò che conta davvero, si superano le paure e si costruisce un piano allineato a valori, obiettivi e potenziale — senza compromessi.
🚀 Career Growth Per chi desidera crescere, ma non ha ancora definito il “come”. Qui si lavora su competenze, mindset e strategie per fare il salto: ottenere una promozione, ampliare le responsabilità o prepararsi a un ruolo nuovo, trasformando l’ambizione in azione concreta.
📖 Career Storytelling Saper lavorare bene non basta: bisogna anche saperlo raccontare. Questo percorso aiuta a costruire una narrazione professionale autentica e ad alto impatto, mettendo in luce punti di forza, esperienze e unicità. Dal CV al profilo LinkedIn, fino alla lettera di presentazione, ogni parola è studiata per attirare le opportunità giuste e filtrare quelle che non sono in linea.
Allora, come ti sembra adesso questo Coaching?
Spero che questo articolo ti abbia chiarito un po’ le idee, o almeno acceso qualche domanda. Per me il coaching è stato (ed è ancora) una scoperta continua, e se anche tu ti trovi in un momento di ricerca, magari questa lettura ti è servita a fare un passo.
E ora, se ti va, possiamo fare due cose:
- Se ti riconosci in una delle situazioni che ho descritto, e il coaching per come l’ho raccontato ti incuriosisce, scrivimi. Possiamo costruire insieme un percorso che ti aiuti a fare chiarezza, scegliere, muoverti.
- Se invece ti interessa diventare coach, o vuoi solo capirne di più tra scuole, certificazioni, ICF & co., parliamone. Anche solo per orientarti meglio, senza perdere tempo (e soldi) in giro!
Sono Giulia e sono una career coach. Posso supportarti nel raggiungere il successo accademico e una maggiore chiarezza sul tuo futuro professionale





